Domenica 12 maggio 2013 per "Palazzi Aperti"  la dott. Chiara Moser ha tenuto, incontrando i cittadini  intervenuti per l'occasione, una visita guidata alla chiesa parrocchiale di Sant’Anna in Roncogno.

Foto Antonio Sartori
Foto Antonio Sartori

 

 

 

 

 

 

Pala dell'altare maggiore della chiesa di Sant'Anna in Roncogno

 

La chiesa di Roncogno

Il primo documento noto relativo alla presenza di una chiesa a Roncogno risale al 1506 quando, in occasione della visita pastorale a Pergine del vescovo di Feltre Antonio Pizzamano (1504-1512), gli

abitanti di Roncogno chiesero e ottennero la licenza di avere una chiesa (peraltro già esistente o in fase di costruzione) e il diritto di patronato.

La chiesa fu consacrata il 12 novembre 1514 da Michele Iorba, vescovo di Arcusa (in Siria) e suffraganeo del vescovo di Trento,

ma solo nel 1532 la Curia vescovile di Feltre diede

l’autorizzazione per costruire il campanile che fu posto accanto all'edificio.

Fin dal 1521 la comunità di Roncogno ottenne la concessione del cimitero.

Importanti informazioni si ricavano dai regesti delle visite pastorali:

· 1590, Giacomo Rovelli (1584-1610): la chiesa "Avea l'altar maggiore con varie scolture: - il volto: - era dipinta: - avea due finestre: una porta: - la sagrestia era a settentrione: - aveva

pure una finestra a occhio. - Era in essa anche l'altare di Santa Croce, - ed uno all'esterno della chiesa, da distruggere"1;

· 1604, Giacomo Rovelli (1584-1610) ordinò: "che l'altar maggiore sia messo aderente al muro: che l'altare di Santa Croce sia messo a settentrione"2;

· 1642, Zerbino Lugo (1640-1647): la chiesa "avea il volto, era tutta dipinta (cioè imbiancata): avea il pavimento a cemento, una sola porta, un solo altare: l'ancona con le figure dei santi Anna e Madonna e Bartolomeo e Elena. La palla era magnificamente costruita e dorata. - Era ivi un altarino con ancona del Crocifisso, ma non vi si celebrava. -

La sagrestia era in cornu epistolae: - il campanile in fondo alla chiesa in cornu epistolae avea due campane"3.


1 Archivio diocesano tridentino (d’ora in poi AdT), Atti visitali feltrensi, p. 92.

2 AdT, Atti visitali feltrensi, p. 47.

3 AdT, Atti visitali feltrensi, p. 103.


Nel corso dei secoli l'edificio fu oggetto di numerosi restauri (il più significativo fu quello del 1745) ma per giungere a una vera e propria ristrutturazione bisognerà attendere fino al 1899: in quell'anno il geometra Eduino Filippi da Civezzano propose un dettagliato progetto di ampliamento che prevedeva l'abbattimento della facciata con prolungamento in avanti del corpo dell'edificio, la

demolizione della sacrestia per sostituirla con una nuova e l'inserimento di due cappelle, una a destra e l'altra a sinistra.

Dopo due anni di lavori, nel 1901 fu possibile benedire la nuova costruzione che nel 1969 fu adattata per adempiere alle norme stabilite dal Concilio Vaticano II. Nel biennio 1969-1970 fu

sottoposta a molti interventi di restauro, mentre nel 1987 fu bonificato e sistemato il campanile.

Per quanto riguarda quest'ultimo, inizialmente era dotato di una sola campana, nel Seicento ne venne aggiunta un'altra e nel 1858 una terza. Nel 1917 due furono requisite dal governo militare

austriaco per motivi bellici ma terminato il conflitto, grazie ai fondi raccolti da un apposito comitato, si poté ripristinare la situazione quo ante installando tre nuove campane, fuse dalla ditta

Colbacchini di Trento, che furono benedette il 13 settembre 1925 dall'arciprete di Pergine don Giacomo Regensburger. Attualmente le campane sono quattro.

All'interno la chiesa di Sant'Anna presenta sulla parete dell’abside una grande ancona lignea appartenente all'originario altare maggiore che nel 1969 fu smembrato e spostato in altra sede.

Risalente al 1630 circa, la pala è collocata fra quattro colonne barocche: le due più esterne si presentano scanalate e interamente dorate, mentre le più interne, leggermente avanzate, si

differenziano per il loro fusto decorato da rameggio vitineo con grandi grappoli d’uva e foglie su fondo dorato.

La parte superiore della pala è dominata dalla figura della Vergine con il Bambino, sant'Anna e diversi angioletti, tre dei quali sostengono una croce allegorica; nella parte inferiore si distinguono

san Bartolomeo (a sinistra) e sant'Elena con corona e abiti regali (a destra), entrambi in adorazione, invece lo sfondo è caratterizzato da un paesaggio fluviale (forse Trento con l’Adige e il Dos Trento).

Di notevole pregio l'olio su tela (di grandi dimensioni), presente sul lato sinistro del presbiterio, raffigurante san Francesco Saverio in gloria con santa Chiara e san Francesco; fra i due santi è

rappresentato un bambino nudo in atteggiamento scherzoso.

Il quadro è firmato da Andrea Micheli che lo realizzò su incarico di “Nicolai Lazari eremite Roncogni”, ritratto nell’angolo destro del dipinto (in basso).

Degni di nota sono gli interventi eseguiti per impreziosire ulteriormente la chiesa: nel 1930 una delle due cappelle fu abbellita con la statua di sant'Andrea, opera dello scultore gardenese Josef

Obletter; l'interno dell'edificio fu affrescato nel 1948 dal pittore Borgogna; nel 1955 la cappella di destra fu adornata con la statua di sant'Anna, frutto della maestria dello scultore trentino Mario

Coraiola.


Bibliografia:

Mauro Pedron, Storia della chiesa di Roncogno, Roncogno (Tn), Parrocchia di Roncogno, 1990.

Salvatore Piatti, Pergine. Vita e cammino di una comunità cristiana, Pergine Valsugana (Tn),

Comune di Pergine Valsugana, Archivio storico, 2006, pp. 316-317, 576-577.

 

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